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Con il presente lavoro si verifica l'esistenza nell'ordinamento giuridico vigente della clausola generale antielusiva e si chiarisce sia la differenza ontologica tra risparmio d'imposta, abuso tributario, frode alla legge, simulazione e uso indiretto del negozio, sia l'incongruenza di quella parte della dottrina e della giurisprudenza che in caso di elusione ed evasione fiscali configurano, in ogni caso e pur di là dalle fattispecie di reato, la nullità civilistica dell'atto. La riflessione si propone di dimostrare, attraverso il ricorso alla tecnica argomentativa dell'abuso, la necessità di rifuggire da considerazioni prettamente statiche, strutturali e assolute del diritto, nonché insensibili all'idea della giurisprudenza come scienza sociale, al fine di approdare ad una analisi dinamica e relazionale delle situazioni soggettive, consapevole che il diritto non si risolve nella legge e che l'"esistenza" non può prescindere dalla "coesistenza".